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La Musica espressione dell'arte

La musica essendo un’espressione dell’arte, è una carica emotiva nella sfera dell’affettività, e quindi anche una realtà spirituale e trascendente, il cui linguaggio può unificare l’Io come cognizione dell’essere e nel medesimo istante anche una realtà subcosciente, al punto di poter divenire l’elemento percorribile che conduce all’essenza cosmica… esperienza individuale in un percorso spirituale o religioso. Per chi ha calcato le frontiere dell’interiore attraverso la meditazione, si accorge che in codesto stato vi è l’annullamento del tempo e dello spazio e che, al di là di questi e della nascita e della morte, le generazioni si ricongiungono in un mutuo possesso: professato da Sakyamuni nel Sutra del Loto e nel I Capitolo del Vangelo di Giovanni.

La musica sin dall’inizio dei tempi è stata l’espressione emulativa dell’ascoltare e dell’ascoltarsi; udire la natura con tutti i suoi fenomeni: l’irruenza di un tuono ed il cinguettio di un usignolo, l’urlo del vento con lo scrosciare di un torrente, il ritmo del battito del proprio cuore e l’impulso della marcia; il lamento di un dolore dai suoni gravi e lenti, ma anche la boriosità di una caccia dai suoni acuti e veloci, la calma intemerata dai suoni medi e pacati, il trovare strumenti sonori dalle corna o dall’esofago di un animale e via via sino ad oggi: suoni, vibrazioni e rumori.

Ancora oggi nella composizione musicale, un tema od un soggetto, dopo un periodo più o meno lungo deve ripetersi, quasi per riconfermare il tema iniziale, e così in varie modulazioni. In un secondo movimento di qualsiasi composizione, la musica deve necessariamente essere in antitesi al primo per poi, sia nel terzo o nel quarto movimento, esprimere la sintesi dei movimenti precedenti con un finale prevalentemente imperioso, distonico o persino ad libitum.

In questo meccanismo musicale ancora oggi o ci si associa o, per eccesso, si discrimina come reazione anticonformista. Se dovessimo dare una chiave di lettura psicologica, o questo schema parla a dei deficienti “ripetitio iuvat” oppure il senso dell’udito del sentire e acconsentire, è diverso dall’udito interiore in cui non è più un sentire ma bensì una sensazione…

Questo processo arriva direttamente alla Migdala dove la stessa nel labirinto delle emozioni ripropone all’ascoltatore attraverso un figurale “le acque amniotiche o l’andirivieni di un onda sulla sabbia” oppure in un figurato limbico “la ninna nanna come moto perpetuo”.

Il filosofo Schopenauer nel suo vidimato agnosticismo parlando della musica afferma per assurdo che “se esistesse Dio la musica ne sarebbe l’unico veicolo”. Un compositore contemporaneo qualunque sia la sua cultura o etnia, non può affermare di creare, bensì di comporre; quindi c’è chi compone in sequenze seriali come un cruciverba andando a togliere la carica emotiva alla musica rendendola intellettualizzata e snaturandola dalla sua realtà primiginea; altri prediligono la chanson la quale è solo una circoscritta espressione della musica, altri ancora la associano ad un neuroelettico psicostimolante.

La musica deve ricordare e trasmigrare, coinvolgere e dilatare, infondere e liberare, coagula et solve.

Tenendo presente questi concetti, il mio modo di comporre è spaziare in vari tempi dove non è importante il compositore Mozart, Berlioz, ecc.  poiché la musica appartiene solo alla musica, quindi mi inoltro nei vari stili non attenendomi ad una ortodossia tecnica, bensì spazio da chiare melodie naturali, a Lied, romanze, musica da camera, sinfonica, persino Afro-Zulu.

Essendomi interessato nella vita prevalentemente di filosofia e psicologia del profondo, ho dato poco spazio alla composizione, ma oggi ed in seguito alla maturità raggiunta sono orientato a divulgare da semplici brani a composizioni di densa struttura; a me non piace e quindi non ritengo opportuno sviluppare il tema o il soggetto con lo schema tradizionale, bensì lo sviluppo del tema è nel variegarlo modificando il concetto, è come uno psico-film che inizia a parlare di un soggetto qualunque come interesse primario e strada facendo attira l’attenzione su un altro personaggio o soggetto che a sua volta diviene primario, e così via… In sintesi non parlo della storia di un soggetto e di tutto ciò che gli gira intorno, bensì di tutti i soggetti che girano intorno a se stessi ed al di là di essi.

Ecco perché la mia musica potrebbe sembrare la sequenza di vari temi scollegati …  E' la chiave di lettura ortodossa e limitativa che è errata.